Il richiamo della sirena by Tricia Rayburn

Il richiamo della sirena by Tricia Rayburn

autore:Tricia Rayburn [Rayburn, Tricia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788858505946
Google: TWGQ7gHjsO0C
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2012-02-28T17:22:12+00:00


17

«E io che pensavo che Z fosse un’esibizionista.»

Sentendo il riferimento a Zara strattonai il volante, che stringevo convulsamente da quando eravamo partite da Boston dirette in Maine, un’ora prima.

«Scusa» disse Paige. «Ma deve essere un buon segno, giusto? Il fatto che possa parlare di mia sorella morta e del suo MAP in una banale conversazione.»

Mi sforzai di respirare... e di mantenere il controllo dell’auto. Non volendo preoccuparla senza motivo, non le avevo detto quello che era successo. Era la cosa giusta da fare, eppure stava diventando ogni giorno sempre più difficile.

«MAP?» le chiesi.

«Manifestazioni di Affetto in Pubblico.» Scrutò lo schermo del telefonino. «Ho perso il conto delle volte in cui l’ho sorpresa a sbaciucchiarsi con dei ragazzi a caso. Ma anche lei aveva dei limiti.» Mi guardò in tralice. «Per quello che riguarda il MAP. Non quando si tratta di vita e morte. Ovvio.»

«Chi non ha limiti?»

Mi allungai a prendere la bottiglietta dell’acqua nel vano tra i sedili.

«Parker King.»

Diedi un altro strattone allo sterzo, questa volta perché la bottiglietta dell’acqua si era aperta sulle mie ginocchia. Paige mi porse le salviette rimaste dalla nostra ultima sosta e prese il controllo del volante. «Vuoi che guidi io?»

«No.» Tamponai l’acqua, gettai le salviette bagnate in un sacchetto di plastica e ripresi il volante. «Perché dici così? Su Parker, intendo.»

Lei mi mostrò lo schermo del telefonino. Diedi una rapida occhiata, poi deglutii e tornai a tenere gli occhi incollati alla strada.

«Lo so» disse lei girando il cellulare verso di sé. «Piuttosto volgare, vero?»

Cercai di rispondere di sì, invece riuscii solo ad annuire. La prova fotografica in questione mostrava Parker sdraiato a terra con me sopra di lui.

«E la ragazza chi è?» Strizzò gli occhi e avvicinò il telefono. «Il viso di Parker è riconoscibile, mentre quello di lei è nascosto dai capelli.»

Nella sfortuna ero stata fortunata. Quel giorno avevo lasciato la felpa di Simon a casa, perché la donna delle pulizie la lavasse. Se l’avessi indossata, Paige – e chiunque altro alla Hawthorne – mi avrebbero riconosciuta all’istante.

«Non lo so» dissi. «Chi ha scattato la foto?»

Lei chiuse lo sportellino del cellulare e lo mise nella borsa. «Non ne ho idea. Però l’hanno pubblicata su Prep Setters, quel sito di pettegolezzi delle scuole private. Mi sono iscritta, così mi arrivano gli aggiornamenti via sms: ho pensato che fosse un buon modo per conoscere i miei nuovi compagni di scuola.»

Io avevo sentito parlare di Prep Setters, ma non avevo mai visitato il sito. «Girano dei nomi?»

«Di solito sì, ma in questo caso non c’erano: la didascalia della foto diceva solo “la coppia più felice della Hawthorne”, quindi chiunque l’abbia caricata sul sito probabilmente non frequenta la Hawthorne, visto che chiunque lì conosce Parker King. Comunque scommetto che è solo questione di tempo prima che qualcuno li riconosca e sveli la loro identità.» Fece una pausa. «Ehi, Vanessa?»

«Sì?»

«Se volessi volare, avrei preso l’aereo.»

Guardai il tachimetro; la lancetta segnava i centotrenta chilometri orari. «Scusa» dissi, togliendo il piede dall’acceleratore. «Credo di essere un po’ distratta.»

«Te la senti



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